Pillole d'Arte

    
Autori   |   Opere   |   Documenti   |   Bibliografia   |   Contatti   |   Esci

 

Donato Frisia




Merate (CO), 30/08/1883 - 13/12/1953

 Nato a Merate (Como) il 30 agosto 1883, ivi morto il 13 dicembre 1953. Studiò dapprima a Roma, passò poi all'Accademia di Brera a Milano col Tallone, e frequentò pure i corsi di scultura col Butti e di architettura con Camillo Boito. Espose il suo primo quadro nel 1908 a Pallanza. In seguito presse parte a moltissime esposizioni: a Venezia dal 1914 al 1932; a Monaco di Baviera; a Barcellona nel 1928; a Roma, a Milano, Torino, Fiume, Bologna e Como.

Ottenne anche molti premi: nel 1921 a Milano Premio Mylius col quadro Tè all'aperto, di proprietà dell'Accademia di Brera; nel 1923, pure a Milano, il Premio Principe Umberto con Ritratto della signora CavaIlotti; nel 1924 a Firenze, al Concorso Ussi, il Premio Mortara con La mia famiglia, nel 1927 a Bologna, una medaglia d'oro all'Esposizione dell'Arte del Paesaggio e una medaglia d'oro dell'Ente Nazionale per le Industrie Turistiche per "la completa e artistica illustrazione di una zona monumentale d'Italia" Impressioni di Venezia; nel 1927 a Milano, vinse il lascito Fornara, alla Permanente, con Ritratto della madre dell'artista e Natura morta, acquistate per la Galleria d'Arte Moderna di Milano, dove tuttora si trovano.

Altri lavori: Nello studio del pittore, SS. Giovanni e Paolo e il Colleoni, Il violoncellista cieco, II ritratto del padre, Autoritratto (a pastello), premiato all' Esposizione Sociale di Milano nel dicembre del 1932, e innumerevoli caratteristici paesaggi con figure, nei quali l'artista disse forse il meglio di se. Illustrò, per commissione del Ministero degli Esteri italiano, le vedute più caratteristiche dell'isola di Malta, eseguendo ventidue acquerelli, nei quali ancora una volta riaffermò le sue singolari doti di paesista evoluto ed equilibrato. Ottenne, alla mostra del Secondo Premio Bergamo, il secondo premio con l'opera: Composizione. Nel 1941 la Società di Belle Arti Permanente di Milano, organizzò una sua personale con centoquaranta opere di vari soggetti, figure e paesaggi.

Nel 1942 ottenne una sala personale alla Biennale di Venezia ed a quella del 1948 (XXIV), espose un Autoritratto e Isola Comacina, alla  XXV: Matrona; alla X Quadriennale romana (1948): Lago Colnacina; alla Quinta Quadriennale, presentò quattro opere. Mostre postume sono state allestite: nel 1954, dal Comune di Milano, a Palazzo Reale; nel 1956 alla Quadriennale romana (con note biografiche-critiche di Alfio Coccia); nel 1959 a Livorno, alla Casa della Cultura e, nel 1960, ancora a Milano, dai pittori soci della Permanente.

(A. M. Comanducci)